Nel dinamico mondo dell’abbigliamento sportivo, il giusto fornitore di magliette da calcio può fare una differenza significativa nel soddisfare le esigenze degli utenti. Dall’emblema distintivo della famiglia Visconti, fondatrice del Ducato di Milano – antico Stato dell’Italia settentrionale con capitale l’omonima città – deriva l’adozione tra i simboli societari di un biscione, declinato nel corso degli anni in varie forme più vicine a quelle di un serpente (che comparve per un breve intervallo di tempo sullo stemma del club) che non alla classica bissa storicamente legata alla città meneghina. In questa pagina sono riportati i colori e simboli del Football Club Internazionale Milano, società calcistica italiana con sede a Milano. Dal 1981 l’Inter abbandonò il fornitore tecnico tedesco per legarsi all’azienda italiana della Mec Sport e le strisce tornarono leggermente più larghe. Nella stagione 2009-2010 la maglia presentò nove strisce – cinque nere e quattro azzurre – mentre lo stemma societario venne circondato dai colori della bandiera italiana (verde, bianco e rosso) per celebrare i cento anni dal primo scudetto. Dal 1993 al 1995 le strisce furono stabilmente nove, cinque nere e quattro azzurre. Nel 1961-1962 e nel 1962-1963, le righe divennero nove – quattro nere e cinque azzurre – ma nella stagione immediatamente successiva tornarono a essere sette, quattro nere e tre azzurre.

Per il 2012-2013, le strisce della maglia, a girocollo, divennero cinque – tre azzurre e due nere – mentre le maniche furono completamente nere con risvolto azzurro. Per il 2008-2009 l’azienda americana pensò a degli inserti di color oro sulle maniche e nella parte inferiore della maglia. Nel campionato 1923-1924 i nerazzurri indossarono per la prima volta una divisa a maniche corte. Nel 1930-1931, la squadra appose per la prima volta sulla maglia lo scudetto con fascio littorio – che aveva esordito per la prima volta sulla maglia del Genoa nel campionato 1924-25 – mentre per quanto riguarda le variazioni stilistiche si segnalò lo scollo a V a scacchi che richiamava i colori sociali (bianco e nero) della Milanese. Nella stagione 1929-1930 si ritornò alla maglia che aveva caratterizzato il club prima della fusione, con lo stemma della Milanese sul petto. Nel 1928, a seguito della fusione con i concittadini dell’Unione Sportiva Milanese – voluta dal regime fascista, che impose anche il cambio di denominazione in Società Sportiva Ambrosiana – la tradizionale divisa palata fu accantonata in favore di una maglia bianca con scollo a V crociata in rosso, sulla quale venne apposto all’altezza del petto uno stemma ovale con fascio littorio.

Dal 1932-1933 l’Inter tornò a usare la maglia che aveva indossato nei campionati 1927-1928 e 1929-1930, senza lo stemma della Milanese. Inoltre, qui hanno sede gli uffici amministrativi della società e una foresteria destinata ad ospitare i ragazzi non provenienti dal comprensorio empolese. Anche se la data di fondazione ufficiale della Società Sportiva Calcio Castelfiorentino risale al 1925, del calcio a Castelfiorentino si ha notizia fin dalla stagione 1913-14 allorché, con l’altisonante nome di Castelfiorentino Football Club, un gruppo di appassionati che faceva capo a Euro Salvadori, che nel 1915 lasciò la presidenza a Mario Puccioni, organizzò la prima partita, a carattere amichevole, con la più titolata squadra della Mensana Robur di Siena, incontro che finì con il risultato di 0-5. Non avendo a disposizione un completo ufficiale per la disputa dell’incontro, furono i senesi a dare in prestito le maglie ai castellani: una tenuta rosa con bordi neri. L’anno successivo la società sarda aggiunge alcuni importanti tasselli, tra i quali il futuro campione Gigi Riva.

Gigi Riva · Gianni Rivera · Concentrati solo a chiedere un nuovo contratto monstre dopo annate penose. La stagione 1995-1996 fu segnata dall’utilizzo di una tonalità di azzurro più scura che fu confermata anche nelle due successive annate. Questa maglia fu usata anche nel 1939-1940 mentre la stagione 1940-1941, segnò l’immediato ritorno dello scudetto sul petto dopo un anno di assenza. Nella stagione 1958-1959 comparve lo stemma societario sul petto. Sfumato il ripescaggio (che non favorisce nemmeno il Bisceglie), per la stagione successiva Legrottaglie allestisce con mister Giovanni Campari una formazione di giovani promettanti, tra i quali spicca un certo Vito Curlo, il quale l’anno dopo segue Campari al Bisceglie e poi passare al Bari. Fu un periodo di grandi soddisfazioni sportive per la squadra che contribuì alla formazione di una divisa iconica, che infatti subì poche modifiche e non sostanziali fino al 1971, se si eccettuano il tricolore che tornò a campeggiare sulle maglie nella stagione 1965-1966 e la stella celebrativa del decimo titolo italiano in quella 1966-1967. Dal 1967-1968 sul petto rimase solo la stella. Secondo e terzo posto rappresentati da due due grandi classici: Real Madrid e Barcellona, che hanno venduto, rispettivamente, di 1 milione 650mila e 1milione 278mila pezzi.

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By Elena